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354 ATTO PRIMO

Arlecchino. Oh cara!

Ottavio. Che nuoti nel butirro.

Arlecchino. Oh vita mia!

Ottavio. Carica di formaggio.

Arlecchino. Ah, che non posso più!

Ottavio. Ah, ah, ah! Arlecchino va in deliquio per la polenta. (ride)

Brighella. Sior padron, ghe vol dei denari.

Ottavio. (Rldt) Arlecchino, te ne voglio far mangiar una pentola1 piena.

Arlecchino. Oh magari!

Brighella. Ala inteso, che ghe vuol denari?

Ottavio. Sì, ho inteso. Ti piacciono i capponi? (ad Arlecchino)

Arlecchino. Corpo del diavolo! I capponi? Oh benedetti!

Ottavio. Voglio che ne mangiamo uno tanto fatto. Metà per uno, metà per uno. Mezzo tu, mezzo io. A te gli ossi, a me la carne. (ride)

Arlecchino. M’al tolt per un can, o per un gatto?

Ottavio. (Ride.)

Brighella. Me favorissela sti denari?

Ottavio. Ehi, Brighella, un cappone mezzo a lui, mezzo a me2: io la carne, Arlecchino l’ossa. (ride forte)

Arlecchino. (Eh, se sarò minchion, me danno). (da sè)

Brighella. Ma la favorissa de veder la polizza.

Ottavio. Non mi romper il capo. Ehi, Arlecchino, ti piacciono le torte?

Arlecchino. Sior sì.

Ottavio. Te ne voglio dar una cotta al sol. (ride) Cotta al sole.

Brighella. Vólela veder...

Ottavio. Cotta al sole.

Brighella. (Oh che freddure da ragazzo, da scempio, da babuin). (da se)

Ottavio. Cotta al sole. (ad Arlecchino)

Arlecchino. Cotta al sole, cotta al sole. (burlandolo)

  1. Bett.: caldara.
  2. Bett.: mezzo lui, mezzo io.