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pel vino. Ad esso ho parimenti cangiato il nome, sin d’allora che disegnai la Commedia; primieramente, perchè la di lui condizione meritava ch’io lo coprissi agli occhi del pubblico, e poi, perchè in nostra lingua anche il di lui cognome suonerebbe assai male, in bocca specialmente di chi non sa pronunciare il Francese. Il Conte Lasca è un personaggio allegorico, da cui vengono rappresentati qua’ Critici indiscreti, che non sapendo, o non abbadando, parlano o per astio, o per ignoranza, e tentano discreditare i poveri autori, lo l’ho chiamato altre volte Il Conte Frezza, ma quantunque i cognomi sieno arbitrarj, mi parve ora la parola Frezza troppo Lombarda, e l’ho cambiato nel Conte Lasca. Restami ora a ragionar di Pirlone. Ognun può ravvisare in costui il prototipo degl’Impostori. Quei di Parigi si erano allarmati contro Moliere pe’l suo Tartuffo. Si vendicò il bravo Comico, ed ecco dipinta nella mia Commedia la sua vendetta. Farò per ultimo una riflessione, che può accrescere ai Leggitori il diletto. Il Tartuffo di Moliere è una delle sue migliori Commedie; ma il carattere di tal impostore fu trovato in Italia, da chi pressiede all’onestà dei Teatri, un poco troppo avvanzato; perciò fu sospesa la traduzione e la rappresentazione in Italiano di tal Commedia. Io mi sono ingegnato di imitare il valoroso Autore Francese, e far gustare il carattere dell’Impostore agli Italiani, con quella moderazione che è tollerabile sulle nostre scene, onde s’abbia una qualche idea della più bell'opera del decantato Moliere. Detto quanto mi sembra bastare sulla Commedia, mi si permetta ora parlare del verso, con cui l’ho scritta. Nell’epistola dedicatoria al Sig. Marchese Maffei (ora di onorevole ricordanza) dissi come indotto mi era ad usare un tal verso, e prego il Leggitore a nuovamente rileggerla, se se ne fosse dimenticato. Meglio sarebbe stato per me, se cotal verso non fosse stato universalmente gradito. L’applauso ch’egli ebbe, m’indusse a valermene in qualche altra Commedia, e sempre più andavasi impossessando del cuore degl’Italiani. Da ciò altri si mossero ad imitarlo, e in poco tempo non si sentiva che a risuonare un tal verso per i Teatri, per le Accademie, e nelle raccolte di poesia. Previdi che si sarebbe il mondo di ciò annojato; principiai io me-