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Rosaura. Compatitemi, signor padre. Finalmente è un giovane da mio pari.
Pantalone. Sì, ma al xe un pezzo de matto.
Rosaura. A me non rassembra tale.
Pantalone. Mo za, a vualtre putte i zoveni i par zoggieli. Basta, se gh’averè giudizio, el xe ricco e stare ben.
Rosaura. (Questa per me è una nuova felice). (da sè)
Pantalone. Arrecordeve, che co l’è fatta, l’è fatta. Penseghe ben, vardè che no ve n’abbiè da pentir.
Rosaura. Oh, non vi è pericolo. Per dirvela, gli voglio bene, e spero che sarò con esso felice.
Pantalone. Voleu cussì, cussì sia. No m’averè da rimproverar mi, se el ve farà deventar matta anca vu. Avanti sera el negozio xe fatto.
Rosaura. (Oh giorno per me felice, se oggi sarò la sposa del mio caro Florindo! È stato sollecito a farmi chiedere, e questa sollecitudine è una prova dell’amor suo). (da sè, via)
Pantalone. Vardè, chi l’avesse mai dito che la fusse innamorada de quel martuffo de Lelio? Le donne se tacca sempre al so pezzo.
SCENA XI.
Lelio e detto.
Lelio. Eccomi qual farfalla intorno al mio rilucente candelliere.
Pantalone. S’intende donca che mi ghe fazzo de candelier?
Lelio. Ditemi, di grazia, o un bel sì che mi disperi, o un bel no che mi consoli.
Pantalone. La se consola, o la se despiera, mia fia sarà so muggier.
Lelio. Sarà mia moglie?
Pantalone. Sior sì.
Lelio. Vostra figlia?
Pantalone. Sior sì.
Lelio. Acqua di melissa.