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ALL’ILLUSTRISSIMO E SAPIENTISSIMO

SIGNOR MARCHESE

NOBILE PATRIZIO VERONESE1.


Q
UANDO negli studj più ameni trattenevasi per diletto la fecondissima Vostra mente, Illustrissimo Signor Marchese, non isdegnaste rivolgerla anche al Teatro, credendolo oggetto degno dei Vostri pensieri e della Vostra mano. Voi rimarcaste la miserabile decadenza di questo nostro Teatro, e ne promoveste il risorgimento. Le Vostre più serie occupazioni, i gravissimi studj Vostri, coi quali rendeste glorioso Voi, non meno che la Vostra Patria e l’Italia tutta, non vi permisero donare all’altrui piacere que’ dì, quegli anni, che consacraste all’altrui erudizione; ma in brevissimo tempo fatto avete ciò che bastar poteva per animare gl’ingegni degl’Italiani a rendere l’onor primiero alle nostre scene. Voi avete scritto elegantemente, e con verità, e con chiarezza, intorno al Teatro2; avete dell’origine sua con erudizione trattato, e dimostrandolo utile non solamente, ma necessario alle più colte Nazioni, avete ad evidenza altresì dimostrato che le Commedie, principalmente di questo secolo, erano atte piuttosto a corrompere i buoni costumi, anzi che a correggerli e migliorarli. Voi sin d’allora, accordandovi co’ Teologi più discreti, che contro la scostumatezza dei Teatri parlavano, non vi accordaste già con que’ rigidi che avrebbono voluto e che vorrebbono tuttavia i Teatri in cenere, volendo che Teatro e Peccato sieno due sinonimi inse-
  1. La presente lettera di dedica fu stampata la prima volta l’anno 1733, nel t. II dell’ed. Paperini di Firenze.
  2. Alludasi alla pref. del Teatro Italiano, Verona, 1723.