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LA CASTALDA 167

Corallina. Gli scrocconi non torneranno più. Conosceranno che non si vogliono. Se ho da esser io la padrona, vo’ risparmiare, e quello che vorrebbono mangiar gli altri, lo vo’ riserbare per me.

SCENA V.

Corallina e Rosaura.

Rosaura. Corallina mia, aiutatemi.

Corallina. Che c’è, signora Rosaura? Comandatemi; son qui tutta per voi.

Rosaura. Mio zio vuol maritarmi con quello sguaiato di Lelio; nega di volermi dare a Florindo, ed io, se non ho per marito questo, non ne prendo altri assolutamente.

Corallina. (Oh, mi preme ch’ella si mariti). (da sè) Non dubitate, signora, che farò io in modo che sarete contenta.

Rosaura. So che mio zio ha della stima di voi.

Corallina. Così voi aveste della bontà per me!

Rosaura. Che dite mai, Corallina? Sapete pure che vi voglio bene.

Corallina. Ora ho bisogno che me ne vogliate più che mai.

Rosaura. Ed io ho bisogno di voi, nel caso in cui sono.

Corallina. Aiutiamoci insieme, dunque.

Rosaura. Che potrei fare per voi? Disponete di me medesima.

Corallina. Sappiate, signora Rosaura, che, poche ore sono, il signor Pantalone mi si è dichiarato amante.

Rosaura. Buono; tanto meglio per me.

Corallina. E mi ha proposto di volermi sposare.

Rosaura. Va benissimo. Fatelo, Corallina, fatelo, per amor del cielo.

Corallina. Lo farò più volentieri, se voi mi date animo a farlo.

Rosaura. Ditegli di sì a mio zio, ma con una condizione.

Corallina. Con qual condizione?

Rosaura. Che a me dia per manto il signor Florindo.

Corallina. E per il resto siete contenta?

Rosaura. Contentissima.

Corallina. Non dubitate dunque, che il signor Florindo sarà per voi.

Rosaura. E voi resterete la padrona di questa casa.