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LA CASTALDA | 165 |
Arlecchino. Mai più?
Corallina. Mai più.
Ottavio. Come va questa cosa?
Arlecchino. Com’elo sto negozio?
Corallina. Vi dirò. Il cuoco ha fatto un bellissimo desinare.
Ottavio. Bravo.
Arlecchino. Pulito.
Corallina. Una zuppa d’erbe con due capponi.
Ottavio. Buonissima.
Arlecchino. Preziosissima.
Corallina. Un pezzo di carne pasticciata, squisita.
Ottavio. (Oh cara!) (da sè)
Arlecchino. (Oh vita mia!) (da sè)
Corallina. Un arrosto di vitello che consolava.
Ottavio. Arlecchino!
Arlecchino. Sior padron! (consolandosi fra di loro)
Corallina. E poi tre o quattro piatti di ultimo gusto.
Ottavio. Tutto bene.
Arlecchino. Non se pol far meggio.
Corallina. E poi...
Ottavio. E poi?
Arlecchino. E cussì?
Corallina. E poi, e così, e così, e così, e poi. Indovinatela.
Ottavio. Che cos’è?
Arlecchino. E cussì?
Corallina. Si è attaccato fuoco al camino. Tutte le pentole sottosopra, le vivande disperse, il desinare in fumo.
Ottavio. Eh!
Arlecchino. Oh!
Corallina. Onde, signori miei, per oggi non si desina più.
Ottavio. Ih!
Arlecchino. Uh!
Corallina. Però vi consiglio a non perdere il tempo invano, e andarvene a casa vostra.
Ottavio. Da me non si è provveduto niente.