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LA CASTALDA 133

Pantalone. Che diavolo! Casa mia xe la casa della comunità. Chi xe st’altra visita?

Corallina. Il signor Florindo.

Rosaura. Il signor Florindo?

Pantalone. Coss’è, patrona, ve giubila el cuor? (a Rosaura)

Rosaura. Eh! niente. Diceva così per modo di dire.

Pantalone. Cossa avemio da far de tutta sta zente?

Corallina. Volete forse mandarli via?

Pantalone. No digo mandarli via; ma a disnar no certo.

Corallina. Anzi dovete invitarli; che dice la signora Rosaura?

Rosaura. Per me sono indifferente. Ma crederei non fosse mal fatto.

Pantalone. Farse magnar el nostro, xe malissimo fatto.

Corallina. Via, signor Pantalone, mostratevi generoso. Finalmente non sono che tre persone.

Pantalone. E el servitor, che xe quattro.

Corallina. Bene, quattro.

SCENA XIV.

Frangiotto e detti.

Frangiotto. Signor padrone, una visita.

Pantalone. Lo savemo, patron.

Frangiotto. Non occorr’altro.

Pantalone. Disè; chi intendeu de dir? Siora Beatrice co sior Lelio, o sior Florindo?

Frangiotto. Nè l’uno, nè l’altro.

Pantalone. No? Mo chi?

Frangiotto. Il signor conte Ottavio.

Pantalone. Sieu maledetti quanti che sè. Ghe n’è più? Gh’è altri?

Frangiotto. Col suo servitore.

Pantalone. Un altro servitor? Diseghe che no ghe son. (Frangiotto parte)

Corallina. Eh via, signore; non date in queste viltà. Un più,