gloria mia non accada, se alle belle virtù del di Lei animo vo riflettendo? So anche di più, per eccesso di vera consolazione, che le Opere mie discare all’E. V. non sono; so che le ha piacevolmente ascoltate e lette, e so altresì che vanno colla di lei autorevole approvazione per cotesto colto Paese accreditate e felici. Genova abbonda egualmente di Virtù e di Ricchezze, e l’uno e l’altro di questi pregj la rendono rispettabile e invidiata. Essa non ha un erario solo, onde far pompa di sua grandezza, ma gl’infiniti tesori sparsi fra i doviziosi suoi Concittadini, formano all’occasione una ricchezza unita, pronta al sagrifizio per la salvezza comune; siccome le varie virtù, che costì regnano in sommo grado, della pietà, del valore, della giustizia, oprano di concerto per la conservazione de’ propri diritti e per aumento della sua gloria. Per dar un’idea di cotesto illustre Paese, basterebbe, a chi non ne avesse notizia, propor per modello l’E. V., che ha le ricchezze in casa e le virtudi nel cuore, e sa di queste e di quelle far sì modesta pompa e sì profittevole uso. Una sì eccelsa casa, a cui la provvidenza i suoi tesori profuse, ma di questi usa farne la più lodevol distribuzione, mantiene e fa istruire parecchi Giovani in un Collegio contiguo alle proprie mura, dalla Famìglia eretto. Alimenta in pio Conservatorio grosso numero di Donzelle. Doti distribuisce a oneste Spose, a Vergini Religiose. Aumenta il culto Divino nei sacri Templi; soccorre infiniti poveri con elemosine quotidiane, generose, importanti; indi adempito a quanto la Cristiana Pietà insegna, splendono in ogni angolo del suo Palazzo gli ori e gli argenti, e le preziose suppellettili sono in delizioso ordine distribuite; ed a comodo della Città, un vago, rinomato Teatro1 apresi fra le sue domestiche mura. Per supplire egualmente a tante varie grandiose spese, convìen dire che dilatati sieno i confini di un’ordinaria ricchezza; ma benedetta sia la mano del Signore, che ha fatto la casa di V. E. depositaria della fortuna de’ poveri, e benedetto sia il di Lei cuore, che con tanta esattezza corrispondendo alle disposizioni divine, degno si rende ancora di mag-
- ↑ Il teatro detto Falcone: vol. 1 di questa ed., pag. 121.