Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/573


557


Scarse notizie accompagnano la fortuna di questa D. v. sulle nostre scene fino a mezzo l’800. Nel 1820 la recita a Milano la Compagnia Alberti e Rosa (Seconda continuaz. della serie cronol. delle rappres. dei tea. di Mil., Milano, 1821, p. 114); una Comp. Majer, misera accolta di guitti, nel 1822 a Fucecchio (Rasi, Il libro degli aneddoti. Firenze, 1908, p. 212). Dal 1844 l’ha nel suo repertorio la Reale Sarda, certo interprete egregia Rosa Romagnoli (Costetti, op. cit., p. 144). Nella parte di Corallina emergono ancora Rosa Bugamelli Sacchi e Maddalena Gallina (Rasi, I comici italiani, I, pp. 529, 976).

Della D. v. non si conoscono traduzioni. Venne però imitata e recitata a Vienna l’anno 1763 col titolo Das rachgierige Kammermädel. Fa parte dell’XI volume della rarissima e preziosa collezione Deutsche Schaubühne zu Wien, edito nel 1764. Al volume che del Nostro contiene ancora la Sposa persiana, la Dama prudente e la Serva amorosa, vanno innanzi i singoli argomenti e li precede il seguente passo sul Goldoni: «Quest’undecima parte della D. S. z. W. contiene alcune commedie scelte, alcune proprio di mano del celebre signor Goldoni e tradotte dall’italiano, altre imitate da suoi lavori originali. Amanti e conoscitori del teatro recheranno subito un buon giudizio di queste commedie solo al leggere il nome del celebre Goldoni; le cui opere teatrali son troppo note per abbisognare dei nostri elogi».

Checchè si pensi del valore della D. vendic., a nessuno di sicuro sfugge l’importanza straordinaria del lungo discorso che la precede. I rapporti del Goldoni col Medebac vi sono lumeggiati con sì scrupolosa esattezza da tener persino conto dei pranzi offerti dall’impresario al commediografo nei giorni di prova. Per l’ordine seguito dal poeta nel fornire al direttore le commedie pattuite, questa premessa è una miniera onde si giova oltremodo la cronologia, totalmente naufragata, si sa, nell’artistico caos delle Memorie.

La pubblicazione di quali versi meritò alla ventiduenne eccellenza del signor Catterin Cornero, patrizio veneto la dedica d’un lavoro del grande riformatore? E perchè il Goldoni non ripete il lusinghiero omaggio nell’edizione Pasquali, dove la D. v. non ha dedica alcuna? Ci duole non poter sodisfare alla prima domanda. All’altra risponde forse, in qualche parte, la biografia del dedicatario. Nacque Cattarin Corner, di Federigo da S. Cassan e di Cecilia Mocenigo, il 23 maggio del 1732. Tutt’altro che «incapace di dare scandalo o mal esempio» come afferma il poeta, risulta dalle riferte del confidente Medri (Archivio di Stato di Venezia), lette da Giuseppe Ortolani, ch’egli nel ’55 menava vita allegra con ballerine e cantanti. Nel ’60 gli vien mosso appunto di mostrarsi a teatro con la divorziata Maffetti. E fin qui si potrà tacciare la degna spia di zelo troppo spinto; ma nello stesso anno, forse, chi sa, la generosità e l’animo benefico, di cui gli dà lode il Goldoni, l’aveano ridotto al punto di dar denaro falso a teatro, o cercar di non pagare. In ogni caso, più tardi o rinsavì o curò un po’ più le apparenze, perchè fu Podestà a Padova, Provveditore a Palma, Senatore e altro ancora. L’augurio dunque del Goldoni che già nel ’54 lo vedeva sull’orme dei genitori e degli avi suoi quella via calcando che ai sommi pesi ed ai sommi onori conduce, s’avverò. Del Corner si ha il testamento a stampa (1802), nel quale, tra altro, ordina ben 2000 messe. Forse non erano troppe.