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548 ATTO TERZO

Corallina. In una buona camera: statevi due momenti, che subito vi conduco la signora Rosaura.

Florindo. (Ecco che cosa fa l’amore. Arrisico la vita per così poco). (da sè, entra)

Corallina. E due. Vorrei che venisse il signor Lelio. Se non viene, di due cose ne farò una: Rosaura resterà lì, ed io anderò con Florindo. (parte)

SCENA XXV.

Ottavio dalla camera col lume, poi Florindo.

Ottavio. Oh che briccona! Presto, presto, fin che v’è tempo. (apre la porta di Florindo)

Florindo. Alto. (con una pistola alla mano)

Ottavio. Coll’armi alla mano?

Florindo. Alto, dico.

Ottavio. Per che cosa siete qui?

Florindo. Per isposar vostra figlia.

Ottavio. Così si sposano le canaglie, non le figliuole oneste e civili.

Florindo. Avete ragione; ma Corallina m’ha detto che la volete dare ad un altro.

Ottavio. Non v’ho detto io di darvela due ore sono?

Florindo. Corallina mi ha imbrogliato.

Ottavio. Animo, venite qui.

Florindo. Badate bene, signor Ottavio...

Ottavio. Zitto, Rosaura, fuori di lì. (chiama)

SCENA XXVI.

Rosaura e detti.

Rosaura. Ah, signor padre...

Ottavio. Presto, datevi la mano.

Rosaura. Vi prego...

Ottavio. Dagli la mano, che ti caschi la testa. (a Rosaura)