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LA DONNA VENDICATIVA | 541 |
Corallina. Sentite, signore, se mi preme l’onore della vostra casa.
Ottavio. (È una donna di garbo). (da sè) E poi?
Corallina. Sento strepito; vengo qui; trovo il signor Lelio...
Ottavio. Anche Lelio? Anche quella collerica bestia? Che voleva? Che pretendeva?
Florindo. Sì, signore, voleva venir in camera.
Corallina. E se non era io, nascevano dei precipizii. L’ho fatto partire. Ringraziatemi, signor padrone. S’egli vi trovava, vi uccideva.
Ottavio. Io avrei ammazzato lui.
Corallina. Basta, la cosa è finita bene.
Ottavio. Ma ancora non si sa come voi vi trovaste là dentro.
Corallina. (Sia maledetto!) Lo dirò... sì, ve lo dirò... Chiamai fuori, come diceva, la signora Rosaura. Ella è venuta, e le si è spento il lume. Non è vero che il lume si è spento? (a Rosaura)
Rosaura. Sì, è vero.
Corallina. Oh! io dico sempre la verità.
Ottavio. E così?
Corallina. E così. Esce un uomo da quella camera: voglio vedere chi è; e tutto in un tempo mi sento prendere, e condur dentro. Siete stato voi che mi ha strascinata? (a Florindo)
Florindo. Io anzi ho avuta una spinta.
Corallina. E che sì che siete stata voi? (a Rosaura)
Rosaura. Io non me ne ricordo. Ero tanto confusa.
Corallina. Basta: non so dir come mi son trovata là dentro; per salvar l’onore della signora Rosaura, sono andata in pericolo di perdere il mio.
Ottavio. L’accidente è curioso. Non vorrei... Corallina, se voi ardiste burlarmi...
Corallina. Io, signore, burlarvi? Sapete pure quanta stima, quanto amore ho per voi?
Ottavio. Basta. Che cosa facciamo qui? Giacchè l’accidente ha portato... datevi la mano, sposatevi, e sarà finita.
Corallina. (Ecco un novello imbroglio). (da sè)