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LA DONNA VENDICATIVA 539

Florindo. (Manco male, un impiccio di meno). (da sè)

Ottavio. (Eppure costei non ama Florindo). (da sè)

Corallina. Dite, signora Rosaura, non vi ho confidato che sperava di essere amata dal mio padrone, e ch’egli mi aveva dato delle buone speranze, e che per questo rinunziava ad ogni pretesa sopra il signor Florindo?

Rosaura. Tutto questo è la verità.

Corallina. Vi ho pur detto che io stessa avrei procurato le vostre nozze col medesimo.

Rosaura. Sì, e che voi medesima l’avreste condotto...

Corallina. Certo, io medesima l’avrei condotto prima dal signor Ottavio, pregandolo di accettarlo, e poi da voi, assicurandolo della vostra fede, e sarebbe stato il vostro caro consorte.

Rosaura. E se mio padre non avesse voluto...

Corallina. E se vostro padre non avesse voluto, l’avrei io tanto pregato, gli avrei dette tante ragioni, che spero lo avrebbe fatto. Sì, lo avrebbe fatto, perchè il mio caro padrone mi ascolta volentieri: qualche volta fa a modo mio; e sebbene mi strapazza, m’insulta e mi maledice, so poi che mi vuol bene. (vezzosa verso Ottavio)

Ottavio. (Ah, pur troppo le voglio bene!) (da sè)

Florindo. È vero tutto quello che Corallina ha detto? (a Rosaura)

Rosaura. Sì, tutto vero.

Ottavio. Ma voi, perchè in quella camera all’oscuro con quel giovinotto?

Corallina. Fu un caso, un accidente, una fortuna che io riparassi l’onor vostro e quello della vostra figliuola. Il caro signor Florindo ha qui voluto ritrovarsi colla sua diletta.

Rosaura. Ma voi non l’avete condotto... (a Corallina)

Corallina. Io? Chi vi ha condotto signor Florindo?

Florindo. L’ho detto ancora. La signora Beatrice.

Corallina. Sentite? (ad Ottavio) Io non sono capace di condur gli uomini a ritrovar le ragazze. La signora Beatrice sì che sa far la mezzana come va fatto.