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538 | ATTO TERZO |
Rosaura. Io non vi era. (tremando)
Florindo. In quella camera vi è una donna.
Ottavio. Una donna?
Florindo. Chi sarà mai? Vediamola.
Ottavio. Una donna?
SCENA XVI.
Corallina ed i suddetti.
Corallina. Sì, signori, ci sono io.
Ottavio. Come! Ah disgraziata!
Rosaura. Ah traditrice!
Florindo. Sfacciata! Voi là dentro?
Corallina. Ascoltatemi, signori miei, e poi ingiuriatemi, se potete; e poi ammazzatemi ancora, se vi parerà che io lo meriti.
Ottavio. Che cosa addurrai in tua discolpa? Tu là dentro con un giovinotto?
Corallina. Ecco qui, a far del bene si guadagna questo.
Ottavio. Che bene? Tu volevi far del bene al signor Florindo?
Corallina. No, signore, ho fatto del bene a voi.
Ottavio. A me?
Corallina. Sì, a voi.
Rosaura. Siete una bugiarda.
Florindo. Siete falsissima.
Corallina. Ma ascoltatemi: che siate maledetti quanti qui siete... Signora Rosaura, da fanciulla di onore qual siete, dite in pubblico, che tutti sentano, che cosa vi ho detto io un’ora fa?
Rosaura. E volete ch’io sveli tutto quel che m’avete detto?
Ottavio. Sì, parla, di’ su, confessa. (a Rosaura)
Corallina. Non vi ho persuasa a sposare il signor Florindo?
Rosaura. È vero.
Corallina. Non vi ho io mostrata la sua scrittura stracciata in pezzi?
Rosaura. È verissimo.
Corallina. Eccola qui, signor Florindo, non so che fare di voi. (getta via la scrittura stracciata)