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536 | ATTO TERZO |
Florindo. Lo sapete voi dove sia? (a Lelio)
Lelio. Non è costì la signora Rosaura?
Florindo. Vi dico che non lo so; aspettate che vi saprò dire...
(prende il lume dal tavolino presso la porta) (Che vedo!) Sì, signore; è qui. (a Lelio)
Lelio. Giuro al cielo!
Florindo. Che c’è, padron mio?
Corallina. Entrate. (a Lelio, non veduta da Florindo)
Lelio. Sì, entrerò...
Florindo. Con sua licenza. (entra, e chiude la porta)
Corallina. Tradimenti. Tradimenti.
Lelio. Tu sei la traditrice. Tu sei l’indegna. Giuro al cielo, tu me la pagherai. (parte)
SCENA XII.
Corallina sola.
Povera me! Presto, avvisar il padrone... Ma se li trova in camera, li fa sposare; ed io, se segue un tal matrimonio, crepo dalla rabbia, e più non vedo la mia vendetta. All’arte. Ehi, signora Rosaura, uscite, presto: è qui vostro padre. (alla porta)
SCENA XIII.
Rosaura col lume sulla porta, poi Florindo, e la suddetta.
Rosaura. Oh cielo! In qual imbroglio mi trovo!
Corallina. Niente, niente. (spegne il lume a Rosaura)
Rosaura. Ma perchè?...
Florindo. Dove siete?
Corallina. (Dà una spinta a Florindo, lo caccia in camera, e vi entra ella ancora all’oscuro, e chiude la porta.)
Rosaura. Signor Florindo, Corallina: ohimè! Non sento nessuno. Mi hanno lasciata sola. Mi hanno lasciata al buio. Veggo un lume. Chi sarà mai?