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44 | ATTO PRIMO |
SCENA XVI.
Pancrazio solo.
Non so che dire, son confuso, son stordito, son fuori di me medesimo. Non sapeva come introdurmi a chiedergli questo denaro, e casualmente l’ho preso in parola, e mi girerà i diecimila ducati. Con questi salderò le mie piaghe, e per l’avvenire leverò il maneggio a mio figlio, e le cose anderanno con più regola, con più direzione. Ah, se mio figlio si mutasse, se mio figlio si assodasse, se potessi ridurre l’Olandese a questo matrimonio, felice me! felice la nostra casa! Voglio andar da mio figlio, e voglio fino pregarlo, che procuri di mettersi in grazia della giovane, e farsi ben volere da suo zio. Eccolo mio figlio: Giacinto, ascolta, vien qui, t’ho da parlare. Bravo, invece di venire, mi volta le spalle... Ti troverò, ti arriverò. (parte)
SCENA XVII.
Madamigella Giannina con un libro in mano, e Beatrice.
Beatrice. Voi, madamigella, studiate sempre.
Madamigella. Leggo assai volentieri.
Beatrice. Che libro è quello?
Madamigella. La Spettatrice.
Beatrice. Che cosa vuol dire l’aspettatrice? Una donna che aspetta?
Madamigella. Oh, perdonatemi; non vonei sentirvi parlar così. La Spettatrice, l’Osservatrice. Una filosofessa che osserva le azioni umane, esamina le passioni, e ragiona con buon criterio sopra vari sistemi del nostro secolo.
Beatrice. Come volete ch’io intenda certe parole, che hanno per me dell’arabico? Criterio! Che vuol dire criterio?
Madamigella. Vuol dire discernimento per distinguere il falso dal vero, il buono dal cattivo, il bene dal male.
Beatrice. Criterio sarà parola olandese.