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LA DONNA VENDICATIVA 517

Corallina. Signor no, il suo obbligo non consiste nel denaro, ma nella fede di sposo.

Florindo. Eh via, siete pazza?

Corallina. Son pazza? Sentite, signori, s’io sono pazza. Confesso io sottoscritto aver avuto in prestito dalla signora Corallina degli Graziosi...

Beatrice. (Sputa con caricatura, raschiandosi.)

Corallina. È raffreddata, signora? Recipe sugna di bosco...

Ottavio. Finiamola una volta.

Corallina. Zecchini cinquanta.

Florindo. Erano quaranta; ma non importa, ne ho resi cinquanta.

Corallina. Eh, questo non è niente. Ora viene il buono. Ha poca memoria il signor Florindo. E per gratitudine di tanti benefizi ricevuti...

Florindo. Io ho scritto questo?

Corallina. Si contenti. Prometto e giuro darle la mano di sposo.

Florindo. Io non ho scritto.

Corallina. Osservi, signor Ottavio: questo è il suo carattere. Florindo degli Aretusi affermo.

Florindo. La sottoscrizione è mia; ma qui non ho scritto io.

Corallina. Oh bella! in queste cose, siccome in tante altre, basta la sottoscrizione.

Ottavio. (Son fuori di me). (da sè)

Florindo. La sottoscrizione è fatta per i denari. Dove parla dei denari ho scritto io: il resto è aggiuntato. Non so niente. È una bricconata.

Corallina. Il carattere è tutto vostro.

Florindo. Imita il mio, ma non è mio.

Corallina. La sottoscrizione non si fa distante così dall’estesa dell’obbligo. Voi non siete così ignorante. Eccolo qui il viglietto d’obbligazione. Mi avete promesso; siete in impegno meco, e senza licenza mia...

Ottavio. Se avessi una spada, ve la caccerei nel cuore. (a Florindo)

Florindo. Ma se non è vero niente.