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LA DONNA VENDICATIVA 495

Corallina. Parli, che ci sento. (come sopra)

Florindo. Guardatemi, vi prego.

Corallina. (Si volta e lo mira) Che tu sia maledetto. (parte)

SCENA X.

Florindo, poi Ottavio.

Florindo. Questa non si accomoda più; ma di accomodarla con lei poco importa. Non vorrei ch’ella mi precipitasse con Rosaura. Costei può assai col padrone, e ci può far del bene, e del male; e le donne, quando sono in collera, sono indiavolate, non badano a precipitare. Ecco il signor Ottavio. Che cosa dirà? Ma niente; giacchè l’occasione mi è favorevole, vo’ tentar la mia sorte.

Ottavio. (Corallina parlava con costui). (da sè)

Florindo. Servitore di lei, mio signore.

Ottavio. Schiavo suo.

Florindo. Scusi.

Ottavio. Che cosa volete qui?

Florindo. Nulla, signore.

Ottavio. Se non voleste niente, non ci sareste venuto.

Florindo. Mi conosce vossignoria?

Ottavio. Vi conosco. Chi domandate?

Florindo. Per appunto domandavo di lei.

Ottavio. Questa non è la mia camera. Che cosa volete?

Florindo. Perdoni, non ho la pratica...

Ottavio. Ma che cosa volete? (alterato)

Florindo. Ella non si alteri, di grazia. Sono un galantuomo, e non voglio rubar niente, signore.

Ottavio. Vi domando che cosa volete.

Florindo. Ve lo dirò, se mi darete tempo.

Ottavio. Tempo, tempo! Si perde il tempo.

Florindo. (Oh che animale!) (da sè) Veramente quello che vi voglio dir io, era più conveniente che lo facessi dire da un altro.