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482 | ATTO PRIMO |
del mondo. Quando mi abbia a maritare, voglio farlo con persona di genio, con persona che mi faccia un poco brillare. Voglio un giovane, e non voglio un vecchio. Sì, Florindo caro, sì, voglio un bel giovinotto.
Florindo. Bello, durerete fatica a trovarlo.
Corallina. L’ho trovato, l’ho trovato. Sì, caro, l’ho trovato. Eccolo lì, non potrei trovarlo ne più vago, ne più amabile.
Florindo. Ho da esser io quello?
Corallina. Lo mettereste in dubbio? Non me lo avete promesso? Vi siete forse mutato d’opinione? La sarebbe bella! Bada bene, non mi fare il bue, che ti ammazzo colle mie mani.
Florindo. Via, meno furia. Non dico... ma so io perchè parlo.
Corallina. Spiegatevi.
Florindo. Andate a portare la cioccolata al padrone.
Corallina. No, non vado se non vi spiegate.
Florindo. (Costei mi secca, e non so che dirle). (da sè)
Corallina. Parlate, o non parlate?
Florindo. (Mi attaccherò a questo). (da sè) Vi dirò: questo vostro padrone mi dà un poco di gelosia. Mi pare che tra voi e lui ci sia troppa confidenza.
Corallina. Ho piacere per una parte, che siate di me geloso. La gelosia è segno di amore; però di me potete viver sicuro. Non v’ingannerei, se credessi di diventar regina.
Florindo. Dunque ingannerete il signor Ottavio.
Corallina. Oh! burlare quel vecchio non mi par niente.
Florindo. Se burlate il vecchio, burlerete anche il giovine.
Corallina. No, caro, non vi è pericolo. E poi, se avete timore, se avete gelosia, sposatemi, e conducetemi a casa vostra.
Florindo. Vedete bene, cara Corallina, sposarvi così su due piedi...
Corallina. Non me lo avete promesso?
Florindo. Ho detto... ma c’è tempo.
Corallina. Che è questo ho detto?... Che vuol dire c’è tempo? Voi già mi farete entrare in bestia.
Florindo. Via, fatevi sentire. Se mi fate scorgere, in questa casa non ci vengo più.