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dica la verità. Non fo torto a voi, se dico che la signora
Rosaura è una giovinetta graziosa ...
Beatrice. Andate dunque da lei, e non mi comparite più davanti. (parte, e chiude la porta
SCENA VII.
Ottavio e Corallina.
Corallina. (L’ ho pur caro). (da se)
Ottavio. Oh, quest’ è bella ! Non vuol che si dica la verità ; che ne dici tu, Corallina?
Corallina. Io dico che la mia padrona ha ragione.
Ottavio. Siete due pazze insieme.
Corallina. Pazza anche la mia padrona ?
Ottavio. Via, le anderai a riportar anche questo ?
Corallina. Perchè no ? Ella mi dà il salario, e voi non mi date niente.
Ottavio. Non dubitare, non avrai gettati meco i tuoi servigi: non mi rimproverar d’avvantaggio. Ti regalerò.
Corallina. Compatitemi, è stata poca prudenza la vostra, lodar in quella maniera la signora Rosaura in faccia della mia padrona.
Ottavio. Si, è vero ; voi altre donne vorreste essere al mondo sole.
Corallina. Dirle che è bella, graziosa, giovinetta ?
Ottavio. Ma che? La signora Beatrice si vorrebbe mettere con lei ?
Corallina. La signora Beatrice ha il suo merito.
Ottavio. Sì, ha il suo merito, è vero. Ma non si può negare, che la signora Rosaura non sia più giovane e più vezzosa.
Corallina. Dunque stimate la signora Rosaura, e disprezzate la mia padrona?
Ottavio. Non è vero; io stimo tutte due, ma dico la verità.
Corallina. Non sapete, signore, che la verità partorisce odio?
Ottavio. Quest’effetto lo fa negli sciocchi.
Corallina. Ho veduto che la padrona è partita in collera.
Ottavio. Via, via, di’ alla signora Beatrice che vado a stabilire il negozio col signor Pantalone, e a pranzo le dirò tutto. Metti