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IL CONTRATTEMPO 397


dica la verità. Non fo torto a voi, se dico che la signora Rosaura è una giovinetta graziosa...

Beatrice. Andate dunque da lei, e non mi comparite più davanti. (parte, e chiude la porta)

SCENA VII.

Ottavio e Corallina.

Corallina. (L’ho pur caro). (da se)

Ottavio. Oh, quest’è bella! Non vuol che si dica la verità; che ne dici tu, Corallina?

Corallina. Io dico che la mia padrona ha ragione.

Ottavio. Siete due pazze insieme.

Corallina. Pazza anche la mia padrona?

Ottavio. Via, le anderai a riportar anche questo?

Corallina. Perchè no? Ella mi dà il salario, e voi non mi date niente.

Ottavio. Non dubitare, non avrai gettati meco i tuoi servigi: non mi rimproverar d’avvantaggio. Ti regalerò.

Corallina. Compatitemi, è stata poca prudenza la vostra, lodar in quella maniera la signora Rosaura in faccia della mia padrona.

Ottavio. Sì, è vero; voi altre donne vorreste essere al mondo sole.

Corallina. Dirle che è bella, graziosa, giovinetta?

Ottavio. Ma che? La signora Beatrice si vorrebbe mettere con lei?

Corallina. La signora Beatrice ha il suo merito.

Ottavio. Sì, ha il suo merito, è vero. Ma non si può negare, che la signora Rosaura non sia più giovane e più vezzosa.

Corallina. Dunque stimate la signora Rosaura, e disprezzate la mia padrona?

Ottavio. Non è vero; io stimo tutte due, ma dico la verità.

Corallina. Non sapete, signore, che la verità partorisce odio?

Ottavio. Quest’effetto lo fa negli sciocchi.

Corallina. Ho veduto che la padrona è partita in collera.

Ottavio. Via, via, di’ alla signora Beatrice che vado a stabilire il negozio col signor Pantalone, e a pranzo le dirò tutto. Metti