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gono la favoletta e il frizzo bizzarro per comparire spiritosi. Colà decidono della reputazione d’un uomo, e lo hanno talora dietro le spalle a fremere ed ascoltarli. Goldoni ha terminato di far Commedie (disse uno di questi tali una sera); finora ha rimuginato un magazzino di Commedie vecchie: queste sono finite, ed egli è in secco. Bella cosa s’io avessi allora risposto: Signora Maschera, un’altra Commedia la farò certo, somministrandomi voi l’argomento colla vostra imprudenza! Ma se non l’ho detto, può darsi ch’io l’abbia fatto, e che in questo picciolo ritrattino egli ancora si riconosca. Da che potrà arguire la Signora Maschera, qual sia il magazzino da dove prendo le mie Commedie, per le quali non mancheranno mai argomenti, fino che dura il Mondo1.

  1. Questo episodio, oltre che nei Mémoires (II, ch. 23), si trova lungamente narrato nelle prefazioni del Vecchio bizzarro e del Festino, nel t. II (1757) del Nuovo Teatro Comico dell’Avv. C. Goldoni, ed. Pitteri di Venezia.