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varie viste dipingerlo, facilmente si cade senz’avvedersene nella disorbitanza: e non vai nemmeno il fidarsi dell’esempio di qualche Originale stravagante, che ci somministri l’idea, poichè l’universale non vuole sopra le Scene un vero estraordinario, ma un verisimile più comune. Al facile inganno degli Scrittori por rimedio potrebbe la saggia discreta critica, se questa in tempo loro giungesse, e da sincero animo derivasse, ma per lo più, o sono eglino adulati con falsa lode, o sono con pungente satira vilipesi; nel primo caso si fidano troppo de’ falsi amici, nel secondo agl’inimici non credono.

Un savio censore, un discreto onorato critico, sarà sempre un tesoro per chi dee al pubblico esporsi, e guai a coloro che prosontuosi e superbi non degnano porgere altrui l’orecchio, e sfuggendo le correzioni in privato, soffrono poi dal pubblico meritamente le derisioni.

Io voglio dar a me medesimo questo vanto d’essere de’ più arrendevoli ai buoni consigli di quelli che per mio bene mi parlano, più contento di errare coll’oppinione altrui, che arrischiare l’evento per ostinazione.

Ho dunque cambiato in parte il carattere di un imprudente che potea passar per un pazzo, e l’ho ridotto ad un Chiacchierone imprudente, che si rovina coi contrattempi. Ciò non ostante sarà egli un pazzo, poichè ciò può dirsi di tutti quelli che non regolandosi con saviezza, si lasciano dominare dalle passioni e dai vizi; ma in tutte le cose vi è il più ed il meno, e può essere che io lo abbia moderato bastantemente.

Qualunque sia per riuscire al gusto de’ leggitori una tal Commedia, vorrei però venisse il carattere ben bene considerato di colui che parla troppo, e con imprudenza. In verità parecchi conosco io, che hanno bisogno di studiarvi sopra, e far a se medesimi delle applicazioni morali, e delle salutevoli correzioni. Quanti, per dire una barzelletta, non si guardano dal disgustare una persona, che può far loro del bene! Oh quanti, per dir i fatti loro a chi non li dovrebbe sapere, si rendono ridicoli, e pregiudicano all’interesse, alla riputazione e al decoro! E quanti, parlando male d’altrui ne’ pubblici luoghi, sono da que’ medesimi che prendono