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un di que' parti medesimi, che costì sono dall’universal compatiti. Può essere per avventura, che questa tale Commedia che all’E. V. umilmente dedico e raccomando, non sia costì per se stessa delle più fortunate nel pubblico gradimento, ma lo sarà ben Ella a riguardo del magnanimo Mecenate, che le ho per gloria mia procurato.
Sono tutte mie figlie le Commedie che vo facendo, e le amo tutte egualmente. Esse, a guisa appunto delle Fanciulle (le quali, se hanno dei tratti odiosi per essere disprezzate da alcuno, hanno poi qualche grata avvenenza per allettar alcun altro) trovano sorte varia per lo più dove, o per via delle stampe, o da Comici Attori vengono pubblicate. Se questa in Genova non avrà fortuna, sarà segno che demerito avrà maggior delle altre; se dispiacerà all’E. V., ne risentirò maggior pena; e siccome nel destinare la offerta delle Opere mie non uso a far di esse la scelta, ma l’ordine serbo, nello stamparle, che a principio ho loro prefisso, così non averò io a rimproverarmi d’aver errato.
Che se anzi voless’io riflettere sull’argomento della Commedia medesima, giungerei forse a credere, che ad un Cavaliere di tanta saviezza non sia per dispiacere la critica di coloro che per poca prudenza commettono de’ contrattempi, e si rovinano, e alle persone oneste odiosi si rendono. Qualunque ella sia l'Opera che della protezione dell’E. V. viene onorata, averà sempre il fregio di portare il di Lei Nome in fronte, ed io sarò compiutamente felice, se potrò gloriarmi di essere, quale con profondisssimo ossequio mi rassegno
Di V. E.
Umiliss. Devotiss. ed Obbligatiss. Serv. |