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d. schönen Wissenschaften, Halle, 1770, vol. IV, pag, 647), e un cronista contemporaneo giudicava: «Una delle migliori commedie del Goldoni, che merita ancora sempre di venir rappresentata e sentita» (Uber die Leipz. Bühne, l. cit.) Serata perfettamente goldoniana quella perchè in coda alle D. c. venne Das Weibergeklatsche del Weisse (Nota storica, a p. 502 del vol. VI), ossia un rifacimento dei Pettegolezzi (Uber die Leipz. Bühne cit. p. 124). Povere donne!... A prova di quanto goffa e spesso infedele fosse la traduzione del Saal il succitato Klotz (giudice però parzialissimo perchè avversario implacabile e del Saal e del Lessing, suo protettore!) fa nella sua rivista (op. cit., pp. 64 segg.) con larga copia d’esempi un paragone tra la sua e una versione inedita del Kretschmann (op. cit., 1770, vol. IV, pp. 647 segg..; sul Kretschmann cfr. Nota stor. alla Fam. d. antiq. vol. 3° p. 405). Ma alle versioni letterali, buone o cattive, i comici tedeschi preferirono sempre, quand’era il caso, liberi rifacimenti. Così per le D. c., che, ridotte dall’attore amburghese F. L. Schmidt (Die neugierige Ehefrau, ribattezzata poi in Die Neugierigen; v. Neue Schauspiele Hamburg, 1807-10, vol I° ), al solo Burgtheater di Vienna ebbero 43 recite (dal 13 nov. 1805 al 1 4 febbr. 1832; cfr. Wlassack, Chronik des K. K. Hofburgtheaters. Wien, 1876, p. 95). Non incontrarono, è vero, il genio di Christian Grabbe, censore arcigno se mai altro, il quale d’una recita a Dusseldorf (die. 1835) scrisse: «L’esecuzione valeva meglio della noiosa commedia» (Sämmtl. Werke und handschriftl. Nachlass. Detmold, 1 874, vol. IV, p. 236); biasimo di cui non si sa quanta parte tocchi al Goldoni. Lo spirito, lo svolgimento, i caratteri invogliarono L. H. Nicolay (cfr. Nota stor. ai Puntigli dom., vol. VIII, p. 406) a rimaneggiare un’altra volta le D. c. col proposito di conferirvi maggior regolarità e unità (Der Clubb oder die vorwitzigen Weiber. Ein Lustspiel in vier Akten. Königsberg, 1809 [con frontespizio speciale nel vol. II di Theatralische Werkel]), ma l’opera sua non trovò sempre grazia presso la critica (v. Prefaz. al I vol.). In un’analisi minuta l'Allg. Literatur. Zeitung (Halle u. Leipzig, 13 febbr. 1810) giudicò più felice assai la riduzione dello Schmidt. Effimera dovette essere la vita d’un nuovo rifacimento (traduttori e raffazzonatori instancabili questi tedeschi!) di J. G. Kettel, regisseur al Teatro di Corte di Stoccarda e là recitato l’8 febbr. 1861 col titolo Die Neugierigen (R. Krauss, Das Stuttgarter Hoftheater, 1908, p. 248). Ma la generazione d’oggi conosce, se mai, le D. c. solo nella versione (qua e là un po’ libera a danno dell’originale) di Franz Zschech (Die neugierigen Frauen, Leipzig, [1875], n. 620 dell’ Universal Bibliothek), riprodotta in parte nei florilegi dello Scherr (Bildersaal des Weltliteratur, 3a ediz., vol I, p. 385 segg.) e dell’Urban (Das Welttheater ecc., s. a., pp. 80-86). In questo lungo strascico alle D. c. in Germania c’è chi comprende anche i «Franchi muratori» del Kotzebue (Gleichen Russwurm, C. G. Die Nation, Berlin, 23 febbr. 1907): altri nega ogni rapporto di dipendenza, perchè lavori troppo diversi (Sulger-Gebing. Recens. al libro dal Rabany in Zeitschrift f. vergl. Litteraturgeschichte, 1897, p. 497). Quasi parodia delle D. c. sembra una commedia pseudo-massonica di C. Laufs e C. Kraatz «Dei Logenbrùder», dove suocero e genero per divertirsi a loro agio, fingono d’appartenere a una Loggia (v. Neue freie Presse, 4 ott. 1899).