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LE DONNE CURIOSE 365

Beatrice. Andiamo via, prima d’essere scoperte.

Eleonora. Sì, sarà meglio.

Rosaura. Andiamo, che il signor Florindo non abbia motivo un’altra volta di rimproverarmi.

Corallina. Un’occhiatina, e vengo. (corre alla porta)

Beatrice. Via, curiosa!

Corallina. Oh bello! (guardando)

Beatrice. Che cosa c’è di bello? (torna verso la porta)

Corallina. Il deser.

Eleonora. Il deser? (verso la porta)

Rosaura. Con i lumi?

Corallina. Bello, di cristallo, coi fiori. Pare un giardino.

Beatrice. Voglio vedere.

Eleonora. Voglio vedere.

Rosaura. Ancor io.
(Tutte s’accostano e sforzano per vedere, onde si spalanca la porta1 ed escono)

SCENA VIII.

Pantalone, Ottavio, Lelio, Florindo, Leandro, Flamminio, alcuni con salviette alcuni con lumi; e dette.

Pantalone. Coss’è sto negozio?

Lelio. Eh, giuro a Bacco... (contro Eleonora)

Ottavio. Fermatevi: prudenza, moderazione. (a Lelio)

Pantalone. Come xele qua ste patrone? Chi le ha menade? Chi le ha introdotte?

SCENA ULTIMA.

Brighella e detti.

Brighella. Sior padron, son qua mi. Siori, son causa mi; le abbia la bontà de ascoltarme; se merito castigo, le me castiga, se merito premio, le fazza quel che le vol.

  1. Pap. aggiunge: e Coralina casca.