Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/377


LE DONNE CURIOSE 363

Corallina. Oh che bella tavola! Oh che bella cosa!

Beatrice. In quanti sono? (torna indietro)

Corallina. (Guarda) In sei.

Eleonora. Mangiano? (s’accosta)

Corallina. Diluviano.

Rosaura. Florindo mangia?1

Corallina. Discorre.

Beatrice. Egli fa così. Mangia adagio, e parla sempre.

Eleonora. E mio marito?

Corallina. Oh se vedesse!

Eleonora. Che cosa?

Corallina. Che bel pasticcio!

Eleonora. Come? (corre al buco della chiave)

Beatrice. Pasticcio di che? (corre anch’essa per vedere)

Eleonora. Via, signora, ci sono prima io. (guarda dal bucolino)

Beatrice. Spiacciatevi, voglio veder ancor io. (ad Eleonora)

Rosaura. (E poi diranno ch’io son curiosa!) (da sè)

Eleonora. Oh bello!

Beatrice. Lasciatemi vedere. (fa andar via Eleonora e guarda)

Corallina. Questa fessura non la do a nessuno.

Beatrice. Oh bella cosa! (guardando)

Rosaura. Ed io niente.

Beatrice. Bevono.

Eleonora. Chi? Voglio vedere.

Rosaura. Voglio veder ancor io.

Beatrice. Venite qui. (a Rosaura, dandole luogo)

Rosaura. Florindo beve.

Eleonora. E Lelio?

Rosaura. Taglia un pollo.

Eleonora. Voglio vederlo. (tira via Rosaura con forza)

Corallina. Presto, presto, ritiriamoci. (si scosta)

Eleonora. Perchè?

Corallina. Arlecchino viene verso la porta.

  1. Pap. aggiunge: fa lo stesso.