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360 ATTO TERZO

i quali mettendone in vista per qualcossa de grando, i ne vorave precipitar.

Leandro. Queste cose gliele ho dette ancor io, e non me le ha egli volute credere.

Ottavio. Sì, tutto il mondo è persuaso che la nostra unione abbia qualche mistero. Questo è un effetto della superbia degli uomini, li quali vergognandosi di non sapere, danno altrui ad intendere tutto quello che lor suggerisce la fantasia stravolta, sconsigliata e maligna.

Lelio. A tavola questa sera vedrete tutte le nostre maggiori incombenze. Chi trincia 1, chi canta, chi dice delle barzellette, e chi applica seriosamente a mangiar di tutto, la qual carica, indegnamente, è la mia.

Florindo. Saprete che qui non è permesso alle donne l’intervenirvi.

Flamminio. È vero; ed esse appunto sono quelle che fanno assai mormorare di voi, e dicono che vi è dell’arcano.

Pantalone. Coss’è sto arcano? Qua no se fa scondagne, no se dise mal de nissun, ne se offende nissun. Ecco qua i capitoli della nostra conversazion. Sentì se i poi esser più onesti, sentì se ghe xe bisogno de segretezza.

1. "Che non si riceva in compagnia persona che non sia onesta, civile e di buoni costumi".

2. "Che ciascheduno possa divertirsi a suo piacere in cose lecite e oneste, virtuose e di buon esempio".2

3. "Che si facciano pranzi e cene in compagnia, però con sobrietà e moderatezza; e quello che eccedesse nel bevere, e si ubbriacasse, per la prima volta sia condannato a pagar il pranzo o la cena che si sarà fatta, e la seconda volta sia scacciato dalla compagnia".

4. "Che ognuno debba pagare uno scudo3 per il manteni-

  1. Pap.: Chi apre una bottiglia, chi scopre un piatto, chi trincia ecc.
  2. Segue nell’ed. Pap.: «3. Che non si possa giocare a verun gioco d’invito, ma solo a giuochi innocenti per puro divertimento, e al più di mezzo paolo la partita. 4. Che ciascheduno abbia da applicarsi a qualche arte o a qualche scienza, comunicando agli altri quei lumi che averà acquistato leggendo. 5. Che ogni giorno di riduzione debba uno della compagnia proponer qualche dubbio o economico, o mercantile, o scientifico, sopra il quale ciascheduno dica la sua oppinione».
  3. Pap. aggiunge: il mese.