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LE DONNE CURIOSE 359

Pantalone. Se sto sior el xe maridà. Da qua avanti no solo no voggio donne, ma gnanca omeni maridai.

Florindo. Perchè, signore?

Pantalone. E gnanca sposi.

Florindo. Ma perchè?

Pantalone. Perchè no i sa custodir le chiave.

SCENA IV.

Leandro, Flamminio e detti.

Leandro. Amicizia.

Pantalone. Amicizia. Gh’aveu insegna el complimento? (a Leandro)

Flamminio. Servo di lor signori.

Pantalone. Che servo? Amicizia. (abbracciandolo)

Flamminio. Amicizia. (tutti fanno lo stesso) Mi ha detto l’amico Leandro, che lor signori si degnano favorirmi...

Pantalone. Che degnar? Che favorir? Sti termini da nu i xe bandii. Bona amicizia, e gnente altro.

Flamminio. Son qui disposto a soccombere a quanto sarà necessario.

Pantalone. Gnente. Co l’ha pagà una cena, l’ha fenio tutto, e quel che stassera la fa ela, un’altra volta farà un altro novizzo, e cussì se se diverte, e se gode.

Flamminio. Se mi credete abile a supplire a qualche incombenza, mi troverete disposto a tutto.1

Pantalone. Qua no ghe xe maneggi, no ghe xe affari,2 tutto el daffar consiste in provéder ben da magnar, ben da bever3, e devertirse.

Flamminio. Eppure si dice che qui fra di voi altri abbiate diverse inspezioni, diverse incombenze, alle quali si arriva col tempo.

Pantalone. Oibò, freddure. Chiaccole della zente, alzadure d’inzegno de quelli che no volemo in te la nostra conversazion,

  1. Segue nell’ed. Pap.: «Non dico di aver la temerità di aspirar così subito alle prime cariche, ma almeno a qualcheduna delle inferiori. Pant. Che cariche! Cossa me parlela de cariche? Qua no ghe xe ecc.».
  2. Pap. aggiunge: no ghe xe cariche.
  3. Pap. aggiunge: lumi, libri, carta da scriver, e qualche zogo innocente, e da ecc.