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LE DONNE CURIOSE | 335 |
Ottavio. Mi dispiace aver perduto il caffè. Che me ne facciano un altro.
Beatrice. Vedete che vuol dire non fare a modo delle donne?
Ottavio. Se faceva a vostro modo, era peggio: mi macchiavo l’altro vestito, che è di colore.
Beatrice. Se facevate a modo mio, questo non succedeva.
Ottavio. Sentite, Florindo? Le nostre donne son profetesse. Felici noi, che possediamo un tanto tesoro!
SCENA VI.
Il Servitore, poi Corallina e detti.
Servitore. (Coll'altro vestito, lo mette ad Ottavio.)
Ottavio. Signora Beatrice, siete contenta?
Beatrice. Non ancora. (Ho paura che domandi le chiavi). (da sè)
Corallina. Ecco, signore, il fazzoletto, la tabacchiera e le chiavi. (ad Ottavio)
Ottavio. Bravissima! (ripone il tutto in tasca)
Beatrice. (Anche le chiavi?) (a Corallina, piano)
Corallina. (Non son quelle, le ho cambiate), (piano a Beatrice)
Beatrice. (Il gran diavolo che è costei!) (da sè)
Ottavio. Cara Corallina, io non ho bevuto il caffè. Ve ne sarebbe un altro?
Corallina. In verità, signor padrone, di abbruciato non ve n’è.
Ottavio. Pazienza! Lo anderò a bevere fuori di casa.
Beatrice. Lo andrete a bevere al vostro caro ridotto.
Ottavio. Florindo, volete venire con me?
Florindo. Farò quello che comandate. (osserva Rosaura)
Rosaura. Mi guardate? Andate pure; io non vi trattengo.
Ottavio. Amico, è meglio che andiamo. Lasciate che il temporale si sfoghi. Domani sarà buon tempo.
Rosaura. Nè domani, nè mai.
Ottavio. Mai buon tempo? Mai? Sempre nuvolo? Sempre tempesta? Ragazza mia, e che sì, che s’io suono una certa campana, faccio subito venir bel tempo?