Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/263


LA LOCANDIERA 251

Ortensia. Diteglielo voi, Dejanira.

Dejanira. Glielo potete dire anche voi.

Cavaliere. Via, chi siete?

Ortensia. Siamo due commedianti.

Cavaliere. Due commedianti! Parlate, parlate, che non ho più paura di voi. Sono ben prevenuto in favore dell’arte vostra.

Ortensia. Che vuol dire? Spiegatevi.

Cavaliere. So che fingete in iscena, e fuori di scena; e con tal prevenzione non ho paura di voi.

Dejanira. Signore, fuori di scena io non so fingere.

Cavaliere. Come si chiama ella? La signora Sincera? (a Dejanira)

Dejanira. Io mi chiamo...

Cavaliere. E ella la signora Buonalana? (ad Ortensia)

Ortensia. Caro signor Cavaliere...

Cavaliere. Come si diletta dia miccheggiare? (ad Ortensia)

Ortensia. Io non sono...

Cavaliere. I gonzib come li tratta, padrona mia? (a Dejanira)

Dejanira. Non son di quelle...

Cavaliere. Anch’io so parlar in gergo.

Ortensia. Oh che caro signor Cavaliere! (vuol prenderlo per un braccio)

Cavaliere. Basse le cerec. (dandole nelle mani)

Ortensia. Diamine! Ha più del contrasto, che del cavaliere.

Cavaliere. Contrasto vuol dir contadino. Vi ho capito. E vi dirò che siete due impertinenti.

Dejanira. A me questo?

Ortensia. A una donna della mia sorte?

Cavaliere. Bello quel viso trionfato!d (ad Ortensia)

Ortensia. (Asino!) (parte)

Cavaliere. Bello quel tuppè finto! (a Dejanira)

Dejanira. (Maledetto!) (parte)

  1. Pelare, scroccare.
  2. Gli amanti.
  3. Le cere in gergo vuol dire le mani.
  4. Trionfato in gergo vuol dire bellettato, lisciato.