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LA LOCANDIERA 239

Marchese. Vi domando scusa. Siamo amici. Credeva che foste solo. Mi rallegro vedervi accanto alla nostra adorabile padroncina. Ah! Che dite? Non è un capo d’opera?

Mirandolina. Signore, io era qui per servire il signor Cavaliere. Mi è venuto un poco di male, ed egli mi ha soccorso con un bicchierin di Borgogna.

Marchese. È Borgogna quello? (al Cavaliere)

Cavaliere. Sì, è Borgogna.

Marchese. Ma di quel vero?

Cavaliere. Almeno l’ho pagato per tale.

Marchese. Io me n’intendo. Lasciate che lo senta, e vi saprò dire se è, o se non è.

Cavaliere. Ehi! (chiama)

SCENA VI.

Il Servitore colle ova, e detti.

Cavaliere. Un bicchierino al Marchese. (al servitore)

Marchese. Non tanto piccolo il bicchierino. Il Borgogna non è liquore. Per giudicarne bisogna beverne a sufficienza.

Servitore. Ecco le ova. (vuol metterle in tavola)

Cavaliere. Non voglio altro.

Marchese. Che vivanda è quella?

Cavaliere. Ova.

Marchese. Non mi piacciono. (Il servitore le porta via)

Mirandolina. Signor Marchese, col licenza del signor Cavaliere, senta quell’intingoletto fatto colle mie mani.

Marchese. Oh sì. Ehi. Una sedia. (il servitore gli reca una sedia e mette il bicchiere sulla sottocoppa) Una forchetta.

Cavaliere. Via, recagli una posata. (servitore la va prendere)

Mirandolina. Signor Cavaliere, ora sto meglio. Me n’anderò.

(s’alza)

Marchese. Fatemi il piacere, restate ancora un poco.

Mirandolina. Ma signore, ho da attendere a’ fatti miei; e poi il signor Cavaliere...