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236 | ATTO SECONDO |
Mirandolina. Obbligatissima; mi onora troppo.
Cavaliere. Questo vino è prezioso.
Mirandolina. Il Borgogna è la mia passione.
Cavaliere. Se volete, siete padrona. (le offerisce il vino1)
Mirandolina. Oh! Grazie, signore.
Cavaliere. Avete pranzato?
Mirandolina. Illustrissimo sì.
Cavaliere. Ne volete un bicchierino?
Mirandolina. Io non merito queste grazie.
Cavaliere. Davvero, ve lo do volentieri.
Mirandolina. Non so che dire. Riceverò le sue finezze.
Cavaliere. Porta un bicchiere. (al servitore)
Mirandolina. No, no, se mi permette; prenderò questo. (prende il bicchiere del Cavaliere)
Cavaliere. Oibò. Me ne sono servito io.
Mirandolina. Beverò le sue bellezze. (ridendo (Il servitore mette l’altro bicchiere nella sottocoppa.)
Cavaliere. Eh galeotta! (versa il vino)
Mirandolina. Ma è qualche tempo che ho mangiato: ho timore che mi faccia male.
Cavaliere. Non vi è pericolo.
Mirandolina. Se mi favorisse un bocconcino di pane.
Cavaliere. Volentieri. Tenete. (le dà un pezzo di pane) (Mirandolina col bicchiere in una mano, e nell’altra il pane, mostra di stare in disagio, e non saper come fare la zuppa).
Cavaliere. Voi state in disagio. Volete sedere?
Mirandolina. Oh! Non son degna di tanto, signore.
Cavaliere. Via, via, siamo soli. Portale una sedia. (al servitore)
Servitore. (Il mio padrone vuol morire: non ha mai fatto altrettanto). (da sè; va a prendere la sedia)
Mirandolina. Se lo sapessero il signor Conte ed il signor Marchese, povera me!
Cavaliere. Perchè?
- ↑ Pap., Bett. ecc.: il Borgogna.