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rarmi con qual animo dall’E. V. fossero le Opere mie ricevute. Non posso bastantemente esprimere quanta mi recasse consolazione il sentire che fossero da Lei con piacere e lette e vedute rappresentare, e giunse all’estremo il mio giubilo, alloraquando in Modena nel di Lei Palagio sofferse Ella che il mio Molier io le leggessi, col vantaggio d’averlo benignamente dell’autorevole sua approvazione fatto degno. Unendosi in V. E., oltre la fondata erudizion nelle Lettere, un vivissimo genio alle Teatrali composizioni, opere traducendo de’ più accreditati stranieri Autori, in una maniera che pregio accresce agli originali medesimi, cercava Ella di riparare per questa via ai disordini delle nostre Scene, ridotte alla più deplorabile decadenza; desiderando però nell’animo suo, che per se medesimo potesse il Teatro Italiano riprendere lo smarrito splendore antico, senza mendicare dagli esteri le opere, l’onestà, il verisimile, e delle buone regole l’osservanza. E a chi può premere l’onore della nostra Nazione più che all’animo grande dell’E. V., gloria e splendore degl’Italiani, o se riguardisi la grandezza dell’antichissima sua Famiglia, o se alle infinite personali di Lei virtù si rifletta? Se dato a me fosse di poter formare gli elogi delle famiglie illustri di quegli a’ quali, come miei Protettori, indirizzo i fogli, campo avrei spaziosissimo per diffondermi in questo, in cui della prosapia de’ RANGONI parlando, potrei empier molte pagine coi nomi illustri di tanti Eroi, che l’onorano delle imprese loro nell’Armi, della loro autorità nelle Lettere, e delle innumerabili Dignità che per l’Europa tutta occuparono. Ma oltrecchè le forze mie troppo deboli sono per un tal peso, vano parmi anche il ripetere ciò che gli Storici più accreditati hanno diffusamente narrato, fra’ quali il celeberrimo Muratori, gloria d’Italia, e splendore ed esempio de’ Letterati, nostro valorosissimo compatriota, che dal Sansovino, dal Bembo, dal Guicciardini, da Paolo Giovio, da Onofrio e da altri moltissimi accreditati Scrittori le memorie ha tratto di una sì illustre e sì conosciuta Famiglia, di cui il Pontefice Paolo IV disse1: Che non vi era Prin-

  1. Paper.: parlando disse.