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Madamigella. Promettetemi di far buon uso de’ miei consigli.

Pantaloncino. Sì, ve lo prometto.

Madamigella. Così mi basta.

Pantaloncino. Ve basta?

Madamigella. Sì, mi basta così.

Pantaloncino. E no me domandè gnente altro?

Madamigella. Cossa poss’io domandarvi di più?

Pantaloncino. No me domandè che ve daga el cuor?

Madamigella. Questo non conviene a me ricercarlo.

Pantaloncino. È vero; tocca a mi a darvelo. El xe tutto vostro.

Madamigella. Non lo accetto per ora.

Pantaloncino. Mo perchè?

Madamigella. Sul punto ch’io vi fo un beneficio, non esigo la ricompensa. Il dono del vostro cuore potrebbe ora essere una mercede involontaria. Pensateci. Vi lascio in libertà di disporre di voi medesimo. (via)

Pantaloncino1. Saria un can, saria un barbaro, se no ghe volessse ben. Poverazza! Che massime! Che discorso! Che bon amor! Ma mi no son degno d’averla. So barba no me la vorrà dar. Mio pare no vorrà che la toga, e ela, siben che par che la gh’abbia per mi dell’amor, no la se fiderà, no la me crederà, no la me vorrà.

SCENA VIII2.

Corallina e Pantaloncino.

Corallina. (Oh quanti imbrogli!) (da sè) Signor padrone.

Pantaloncino. Cossa gh’è?3

Corallina. Datemi subito subito li miei denari.

Pantaloncino. Abbiè pazenzia, che i gh’averè.4

Corallina. Non voglio aver pazienza. Li voglio adesso.

Pantaloncino. Adesso no ve li posso dar5.

  1. Comincia la sc. IX nell’ed. Paperini.
  2. Questa scena, voltata in toscano, leggesi anche nell’ed. Pap. (A. III. sc. IX).
  3. Pap.: «Giacinto. Che c’è?»
  4. Pap.: Abbiate pazienza, che li averete.
  5. Pap.: non ve li posso dare.