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vare di vita, mostra non esser capace di pentimento, ma più tosto fa credere che, amando le colpe, voglia morire anzi che abbandonarle. Tutti i mali hanno il loro rimedio, fuorchè la morte. Le disgrazie di vostro padre non saranno poi irremediabili; l’ho veduto andar con mio zio nel suo studio, dopo essere stati per qualche tempo seduti insieme. Il signor Pantalone è uomo d’onore, è un mercante di credito; mio zio è buon amico; vedrete che le cose di casa vostra prenderanno miglior sistema. Rimediato a questa parte del vostro rammarico, vi resterà il rossore di essere un figlio ingrato; ma finalmente non sarete voi il solo figliuolo discolo, che abbia dissipato, speso, scialacquato e malmenati a capriccio i giorni bellissimi della gioventù. Chi invecchia nei vizi è detestabile, ma chi cade nell’età vostra, fervida troppo e troppo solleticata dalle occasioni, è compatibile. Il momento in cui vi pentite, scancella tutte le colpe andate, e due lacrime di tenerezza, che voi versiate ai piedi di vostro padre, compensano tutte quelle ch’egli ha versato per voi. Fatevi animo dunque; lasciate a noi la cura degl’interessi; pensate solo a voi stesso, e dalla cognizione del male prendete regola in avvenire, e ringraziate il cielo che una misera donna di poca età, di poco spirito e di poco sapere, sia quella che v’illumina, che vi anima e vi consola.

Pantaloncino. Cara madamigella... (si getta a’ suoi piedi)

Madamigella. Alzatevi, che non ho finito di ragionare.

Pantaloncino. Cossa mai me podeu dir de più?

Madamigella. Ditemi prima qual impressione abbia fatto nel vostro animo il mio ragionamento.

Pantaloncino. Cossa voleu che ve diga? Me sento intenerir, son coppà, son convinto.

Madamigella. Chiederete perdono a vostro padre?

Pantaloncino. Sì, magari.

Madamigella. Parlerete più di morire? (con dolcezza)

Pantaloncino. No, cara. (con dolcezza)

Madamigella. Cara mi dite?

Pantaloncino. No voleu? Se me dè la vita?