Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/177


167

Beatrice. (L’amica mi ha bene avvertita, che non lo tocchi nella sua borsa).

Rainmur. Madamigella, voi non mi avete mai detto nulla...

Beatrice. A me non conveniva di farlo.

Rainmur. Perchè ora lo fate?

Beatrice. Perchè, se voi partite, ogni speranza è perduta,

Rainmur. (Ha ragione). (da sè)

Beatrice. (Fortuna, aiutami).

SCENA IV.

Brighella e detti.

Brighella. Se pol vegnir? (di dentro

Rainmur. Cosa vuoi?

Brighella. La perdoni; el me padron... La padroncina? la compatissa. (avvedendosi di Beatrice)

Beatrice. Cosa vorresti dire?

Brighella. Niente, signora...

Rainmur. Cosa vuoi?

Brighella. El me padron desidera darghe un poco d’incomodo, se se pol.... (guardando Beatrice)

Rainmur. Dove vi è la figliuola, può venire il padre liberamente.

Brighella. Benissimo. (Questo saria un matrimonio utile per el mio padron. Se monsù se contentasse de barattar la so tela d’Olanda in tanta tela carnizza1). (da sè, e parte)

Beatrice. Signore, io partirò.

Rainmur. Potete restare.

Beatrice. Non ho per mio padre così poco rispetto.

Rainmur. (Buona figliuola). (da sè)

Beatrice. Vi prego non formare di me sinistro concetto.

Rainmur. Perchè questo?

Beatrice. Perchè vi ho spiegato liberamente il mio cuore.

Rainmur. Io non penso male di chi dice d’amarmi.

  1. Traliccio: v. Boerio.