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Pantaloncino. El mio cuor xe d’una pasta cussì tenera, che el se lassa domar con una somma facilità.

Madamigella. V’annoiano i miei discorsi?

Pantaloncino. No, fia, i me dà gusto.

Madamigella. Sedete.

Pantaloncino. Volentiera. (siedono)

Madamigella. Ascoltatemi.

Pantaloncino. Son qua. (s’accosta bene a madamigella)

Madamigella. Non vi accostate cotanto. Le parole si sentono anche in qualche distanza. (si scosta)

Pantaloncino. Ma le parole opera meggio, co le xe agiutae dall’azion.

Madamigella. Questa è una lezione del vostro libro.

Pantaloncino. Via, no digo altro. V’ascolterò come che volè.

Madamigella. Vuò darvi la prima lezione, la quale farà onore a me, se la saprò dire, farà onore a voi, se la saprete ascoltare.

Pantaloncino. Son qua, ve digo. Ve ascolto con tutto el cuor.

Madamigella. Caro Pantaloncino...

Pantaloncino. (La lizion scomenza pulito). (da sè)

Madamigella. L’uomo che non conosce se stesso....

SCENA XII.

Monsieur Rainmur e detti.

Madamigella. Mio zio. (a Pantaloncino, alzandosi)

Pantaloncino. Monsù, la reverisso.

Rainmur. Servitore ben obbligato. (con riverenza gentile)

Pantaloncino. La compatissa, se dago incomodo a madamosella.

Rainmur. Ben obbligato.

Madamigella. Il signor Pantaloncino ha una bellissima disposizione alle belle lettere.

Rainmur. Me ne rallegro. (con qualche ironia)

Pantaloncino. Sta signora xe una gran virtuosa.

Rainmur. Ben obbligato. (a Pantaloncino) Andate nella vostra camera. (piano a madamigella)