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in ti ossi. Vardè se trionfa el zogo per tutto. I ha fina stampà le carte da zogar in ti fazzoletti da naso. (via)

Corallina. Ma voi come diavolo avete saputo...

Brighella. Patrona, vago a Rialto.

Corallina. Ditemi, come avete saputo che io abbia dati questi denari al padron giovine?

Brighella. Vorla che ghe lo diga?

Corallina. Sì, mi farete piacere.

Brighella. Me l’ha dito Arlecchin.

Corallina. Arlecchino?

Brighella. Siora sì, el so sposo, la so bella zoggia. Donne, donne, che se tacca sempre al so pezo.

Corallina. Ma sentite...

Brighella. Patrona, vago a Rialto. (via)

Corallina. Disgraziatissimo d’Arlecchino! L’ho tanto pregato che non dica niente a nessuno, e subito lo ha detto a quel chiacchierone1 di Brighella? Me la pagherà. Lo voglio far pentire d’aver parlato; è vero che ancor io avevo promesso di non parlare, e ho parlato, ma finalmente l’ho detto ad uno che ha da esser mio sposo; e lui lo va a dire a Brighella? Me la pagherà. Ma ora che ci penso, il signore padrone mi dice che i miei denari li ho persi, che il padroncino me li ha mangiati? Non vorrei che fosse verità... Eh, non può essere; se li ho veduti nella borsa due ore sono, se va il pro sopra il capitale, se vi ha messi dentro perfino li due zecchini del dito piccolo.

SCENA IX2.

Arlecchino e Corallina.

Arlecchino. E cussì, Corallina, la dota cressela o calcia?3

Corallina. Per te è calata del tutto.

Arlecchino. Avanti de manizzarla?4

  1. Nel testo: chiachiarone.
  2. Questa scena, voltata in toscano, leggesi anche nell'ed. Paperini (A. II, sc. XII).
  3. Pap.: «Pasq. E così, Corallina, la dote cresce o cala?».
  4. Pap.: di maneggiarla.