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Lelio. (Eppure non me ne fido). (da sè)

Dottore. Il suo nome?

Lelio. Fabrizio.

Dottore. (Scrive) Il cognome?

Lelio. Malmenati.

Dottore. Il paese?

Lelio. Fossambruno.

Dottore. Signor Fabrizio Malmenati di Fossambruno, o mi faccia restituire i due mille ducati che mi ha carpiti il signor Pantaloncino de’ Bisognosi, o V. S. sarà chiamato in giudizio come mezzano di una patentissima truffa.

Lelio. (Il diavolo me l’ha detto). (da sè) Ma che dite di truffa?

Dottore. Sì signore, Pantaloncino me li ha truffati; e voi ne siete d’accordo.

Lelio. Io! Mi meraviglio di voi. Sono un uomo d’onore, e il signor Pantaloncino è un mercante onorato....

Dottore. Che mercante? È un fallito. È pieno di debiti. Non ha più un soldo di capitale. Gioca da disperato, e ora in questo punto che noi parliamo, è in una biscaccia a perdere i poveri miei denari, che mi costano tanti sudori, che ho fatto tante vigilie per avanzarmeli, che erano l’unica mia speranza, l’unico sostentamento della mia vecchiaia. Povero me, sono assassinato. (piangendo)

Lelio. Ma perchè non andate a ritrovarlo sulla biscaccia dove dite che si ritrova, e non gli levate il denaro?

Dottore. Se sapessi dov’è, non tarderei un momento. Arrischierei anche la vita per ricuperar il mio sangue. Ma non mi hanno voluto dir dove sia questo maledetto ridotto. Voi, se lo sapete, ditemelo per carità.

Lelio. Volentieri; ve lo dirò. Andate per questa strada, troverete un ponte, giù del ponte vi è una fondamenta. In fondo della fondamenta troverete un’altra strada, a mezza di essa voltatevi a mano dritta, e andate fin che trovate una corte. In essa vedrete un sottoportico. Passatelo, salite quel ponte, e dopo andate giù per la fondamenta....