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Pantaloncino. (Oe! Varda che bei zecchini!) (a Lelio)
Lelio. (Venirebbero a tempo). (a Pantaloncino)
Pantaloncino. Cossa dise mio pare?
Dottore. Non mi vorrebbe dar altro che il sei per cento, ma io per meno del sette non glieli posso fidare.
Pantaloncino. Se la vol el sette per cento, ghel darò mi.
Dottore. Ma voi, signore, siete figlio di famiglia.
Pantaloncino. Fio de fameggia? Un mercante che negozia col soo, indipendente dal pare, se ghe dise fio de fameggia? Cossa diseu, sior Lelio? I dise de sta sorte de bestialità.
Lelio. Quel signore è compatibile. Un medico non ha obbligo di sapere le regole mercantili, e molto meno di conoscere tutti i mercanti.
Dottore. È verissimo: io non so più di così. Conosco il signor Pantalone de’ Bisognosi...
Pantaloncino. E mi me cognossela?
Dottore. So che siete suo figlio.
Pantaloncino. E no la sa gnente de più?
Dottore. Non so di più.
Pantaloncino. Caro vecchio, informelo. (a Lelio)
Lelio. V. S. sappia che il signor Pantaloncino negozia del suo...
Pantaloncino. E el gh’ha in banco trenta mille ducati. Diseghe tutto.
Lelio. Il signor Pantaloncino... non è figlio di famiglia...
Pantaloncino. Perchè el gh’ha la so firma a parte, e che sia la verità, tolè, mostreghe ste lettere de cambio, mostreghe ste accettazion.
Lelio. Ecco qui, guardate: Al signor Pantaloncino de’ Bisognosi, Venezia. Vedete? Accetto ad uso ecc. Pantaloncino de’ Bisognosi.
Dottore. È verissimo, ma...
Pantaloncino. E pò, cossa serve? La resta servida, patron; questo xe el mio banco, e quello xe de mio pare. La veda mo, come xe intitoladi sti libri? Cassa Pantaloncin de’ Bisognosi: zornal, libro maestro, salda conti, squarcia foggio, re-