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LA DAMA PRUDENTE 87

Roberto. (Oh, volesse il cielo che donna Eularia s’innamorasse di Castelbuono!). (da sè)

Eularia. Non perdiamo tempo. Risolviamo, prima che vengano interrompimenti.

Roberto. Sì, sì, prima che vengano il Marchese ed il Conte.

Eularia. Facciamo così: anderò io, se vi contentate, prima di voi a riverir donna Emilia e farle sapere la nostra risoluzione, che certamente sarà da lei molto gradita. Voi intanto date i vostri ordini ad Anselmo, il quale è un uomo di garbo, fidato e pratico della famiglia, e poi venite immediatamente alla casa di donna Rodegonda. Avvertite far presto; poichè, se parte donna Emilia, perdiamo la più bella occasione di questo mondo.

Roberto. Non la vorrei perdere per un milione. Anselmo è pratico della casa. Pochi ordini gli bastano per regolarla. Ehi, quanto ci staremo a Castelbuono?

Eularia. Otto, dieci giorni, quanto vi parerà conveniente.

Roberto. Basta, basta, sul fatto ci regoleremo. Chi è di là?

SCENA VIII.

Anselmo ed i suddetti.

Anselmo. Comandi.

Roberto. Che mi vengano a vestire, e a voi devo parlare.

Eularia. Fatevi vestire da Anselmo.

Roberto. Dove sono costoro? Dov’è il paggio? Dov’è Fabrizio?

Eularia. Il paggio verrà con me in carrozza. Fabrizio l’ho mandato coll’ambasciata da donna Rodegonda.1

Anselmo. Illustrissimo, anch’io servo; perchè non vuole che abbia l’onor di vestirla?

Roberto. Via, andiamo, che vi ho da dare degli ordini. Ve li darò vestendomi. Non vedo l’ora di veder Castelbuono! Que-

  1. Segue nell’ed. Pap.: «Rob. E chi altri verrà con noi in carrozza? Eul. Mi serviranno i lacchè. Ans. Illustrissimo ecc.».