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LA DAMA PRUDENTE 83

Eularia. Via, tenete questo zecchino.

Paggio. (Lo prende senza parlare.)

Eularia. Portatelo a vostra madre.

Paggio. Signora sì.

Eularia. Or ora anderete via.

Paggio. Signora sì.

Eularia. Anderete a cavallo.

Paggio. Oh, a cavallo, a cavallo. Evviva, anderò a cavallo.

Eularia. Avrete paura?

Paggio. Signora no, signora no. So andar a cavallo.

SCENA V.

Anselmo e detti.

Anselmo. Signora, ho fatto tutto.

Eularia. Così presto?

Anselmo. Ho fatto tutto.

Eularia. Paggio, andate nella vostra camera e aspettate Anselmo.

Paggio. Ehi, signor Anselmo, anderò a cavallo.

Anselmo. Sì? Ho piacere.

Paggio. Anderò a cavallo, anderò a cavallo. (saltando e godendo parte) 1

Anselmo. Ho saputo ogni cosa. I due cavalieri si sono battuti. In questo mentre è passata la guardia, sono stati entrambi arrestati, sono stati condotti dal Giudice Criminale, il quale li tiene custoditi fino che gli vengano gli ordini del Governatore.

Eularia. Dunque saranno in casa di donna Rodegonda?

Anselmo. Certamente, s’ella è la moglie del Giudice.

Eularia. Si sa che abbiano i cavalieri parlato?

  1. Segue nell’ed. Pap.: «Ans. Ho trovato il calesse, ho trovato il cavallo, ho trovato l’uomo che accompagnerà il paggio, e tutti mi aspettano all’osteria vicina. Eul. Colombina e Fabrizio sono avvisati e già verranno con voi. Il paggio conducetelo come volete, che già viene senza difficoltà; ma ditemi: avete saputo nulla dei due cavalieri? Ans. Ho saputo ogni cosa. Usciti di camera, non vi erano i loro servitori, onde sono partiti soli. Appena sono stati fuori di questo palazzo, sulla piazzetta, al lume di luna, si sono battuti. In questo mentre ecc.».