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72 ATTO SECONDO


ma per contentar mio marito, eccomi a ricever le grazie di lor signori. (s’occosta al tavolino)

Marchese. Signora, se non avete piacer di giuocare...

Roberto. Eh, che giuocherà, giuocherà.

Eularia. Giuocherò, giuocherò. Eccomi qui. Favorite. (siede)

Conte. (La compatisco, se non ha volontà di giuocare). (siede)

Marchese. (Se non ci fossi io, giuocherebbe più volentieri). (siede e comincia a mescolar le carte, e giuocano)

Roberto. (Oh la bella partita!) (da sè)

Rodegonda. Orsù, giacchè finalmente si sono accomodati, accomodiamoci anche noi. Don Roberto, favorite di seder qui. (la sedia resta colla schiena a donna Eularia)

Roberto. Subito vi servo. (vorrebbe osservare donna Eularia) Signora donna Emilia, voi siete in un cattivo posto.

Emilia. Perchè?

Roberto. L’aria che viene da quella porta, vi offenderà. Favorite, restate servita qui.

Rodegonda. La porta è serrata.

Roberto. I servitori che l’aprono, faranno venire dell’aria. Qui starete meglio senz’altro.

Emilia. Farò come comandate. (Farmi scomodare! Anche questo è un complimento all’usanza di Castelbuono). (da sè)

Roberto. (Ora vedrò meglio il fatto mio). (resta in faccia a donna Eularia)

Rodegonda. Ecco le carte, finiamola. (dà le carte in mano a don Roberto)

Roberto. Vi servo subito. (mescola, e di quando in quando dà delle occhiate al tavolino della moglie)

Marchese. (Eh, benissimo. Col signor Conte si fanno tutti i partiti vantaggiosi nel giuoco). (giuocando, piano a donna Eularia)

Eularia. (Il partito che ho fatto a lui, lo faccio a tutti; io non giuoco per vincere).

Marchese. (Per favorire un cavaliere che dà nel genio, non si bada a pregiudicare il terzo). 1


Roberto. (Mi pare che tarocchino a quel tavolino). (da sè)

  1. Segue nell’ed. Bett.: «Cont. (Io non ho bisogno del vostro denaro), al Marchese. Rob. (Mi pare ecc.)».