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LA DAMA PRUDENTE | 59 |
Paggio. Sì, signora, complimenti, ma lo dico per metafora, come mi ha insegnato Colombina.
Eularia. Orsù, di’ al Marchese che passi. (il paggio parte) Colombina carissima, il paggio intende che le fusa torte voglia dir complimenti, e voi a che motivo mettete in campo simili ragionamenti?
Colombina. Signora, io faccio... perchè il paggio parla e non sa che cosa si dica.
Eularia. Badate a voi, e non fate ch’io vi abbia a cacciare da questa casa.
Colombina. Signora, per amor del cielo...
Eularia. Basta, ora non ho tempo per arrestarmi su questa cosa; ma voglio venir in chiaro, e se vi sarà qualche mistero, non me la passerò con indifferenza.
Colombina. Credetemi...
Eularia. Andate via.
Colombina. (Ecco quel che si avanza a trattare coi ragazzi. È meglio trattar1 con uomini fatti). (da sè, parte)
SCENA IX.
Donna Eularia.
Io ho paura, che per quanto mio marito studi nascondere la sua gelosia, i domestici l’abbiano già conosciuta; e siccome si pensa comunemente il peggio, così non è difficile che credano fondata la gelosia di don Roberto, e correggibile la mia condotta. La riforma è necessaria in tutto: nella casa, nella famiglia2 e nel cuore abbagliato di mio marito.
SCENA X.
Il Marchese e la suddetta; poi il Paggio.
Marchese. Signora, a voi m’inchino.
Eularia. Signore, compatite di grazia l’accidente accaduto...