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54 ATTO SECONDO

Colombina. Avete paura che non copra?

Roberto. Animo, via di qua.

Eularia. Per dire il vero, il goliè è bellissimo.

Roberto. Vi piace?

Colombina. Se ella se lo mette al collo, parrà più bella il doppio.

Roberto. Maledetta! (prende il goliè e lo straccia)

Colombina. (Ih! Che uomo indiavolato!) (da sè)

Eularia. Via, a don Roberto non piace; egli è di buon gusto, e quel goliè non è ben fatto.

Colombina. Sicuro! Non è ben fatto! Ora lo dice per paura di lui. Ho durato tanta fatica.

Roberto. Vien qui. Tieni. Ecco uno scudo.

Colombina. Uno scudo?

Roberto. Sì, per la fatica che hai durato.

Colombina. Via, via, quand’è così, sto zitta. Guardate se avessi indosso qualche altra cosa da rompere, siete padrone. (parte)

SCENA VI.

Don Roberto, donna Eularia, poi il Paggio.

Eularia. Ho piacere che abbiate consolata quella povera cameriera. In verità, don Roberto, alcune volte siete adorabile...

Roberto. E alcune altre insoffribile.

Eulalia. Qualche volta siete stravagante.

Roberto. Compatitemi; lo conosco ancor io.

Paggio. Signora.

Eularia. Che vuoi?

Paggio. Un viglietto...

Roberto. Un viglietto? Di chi?

Paggio. Del marchese Ernesto.

Roberto. Un viglietto del marchese Emesto? Lascia vedere. A madama, madama... Viene a lei, si serva. (a donna Eularia, con caricatura)

Eularia. Apritelo voi.

Roberto. Io non voglio entrare ne’ fatti suoi.