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LA DAMA PRUDENTE 49

Roberto. Non parlo di voi. Vi torno a dire, le mie parole non sono dirette a voi; ma se ve le appropriate, saprete di meritarle.

Eularia. Caro don Roberto, se vi pare che io1 non sappia ben regolarmi2...

Roberto. Orsù; mutiamo discorso. Mia zia sta meglio. Spero quanto prima risanerà.

Eularia. Sì, sì, sta quasi bene del tutto.

Roberto. Come lo sapete?

Eularia. Ieri ho mandato a vedere di lei, e mi hanno fatto dire che non aveva più febbre.

Roberto. Eppure questa mattina stava per morire.

Eularia. Stava per morire? Poverina! (ridendo alquanto)

Roberto. Come! Non lo credete?

Eularia. Sì, sì, lo credo. (con bocca ridente)

Roberto. Voi mi adulate. Voi credete che, col pretesto della zia, vi abbia voluto levare dalla conversazione; voi volete che io sia geloso. Maledetta la gelosia, maledetto chi lo dice, chi lo crede, chi lo è, chi non lo è.

Eularia. Dunque maledite tutte le persone del mondo.

Roberto. Io solo, io solo.

Eularia. Ma perchè?

Roberto. Perchè sono un pazzo.

Eularia. Caro don Roberto, che cosa avete?3

Roberto. Niente. Penso agli affari miei. Ho cento cose che m’inquietano. L’economia della casa, la cura della famiglia, le liti, le corrispondenze, la moglie e cento altri imbarazzi.

Eularia. Anche la moglie v’imbarazza?

Roberto. Credete che a voi non pensi?

Eularia. Spererei che il pensare a me non vi desse pena. Sapete pure quanto vi amo.

Roberto. No... non mi dà pena.

  1. Pap.: se vi dà pena ch’io ecc.
  2. Pap. aggiunge: «nelle conversazioni, lasciatemi stare in casa. Rob. Andate alle conversazioni, e regolatevi con prudenza. Eul. In verità voi mi fareste piacere... Rob. Orsù, mutiamo ecc.».
  3. Segue nell’ed. Pap.: «Rob. Ho quello che non avete voi. Eul. Che vuol dire? Rob. L’economia della casa ecc.».