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48 ATTO SECONDO

Roberto. Sempre non si può essere d’un umore.

Eularia. È qualche tempo che vi vedo costante in una spezie di melanconia.

Roberto. Quanto tempo sarà?

Eularia. Se ho a dire il vero, mi pare da che mi avete sposato.

Roberto. Eh, signora, v’ingannerete. Parerà a voi così, perchè forse, dopo che siete mia moglie, mi guarderete con un altr’occhio.

Eularia. In quanto a me, sono la stessa che io era prima di prendervi.

Roberto. Dunque m’avrò cambiato io.

Eularia. Potrebbe darsi.

Roberto. Mi avete dato voi occasion di cambiarmi?

Eularia. Certamente io non lo so.

Roberto. Eppure, se questa mia mutazione fa più senso agli occhi vostri che ai miei, sarà perchè ne troverete in voi la cagione.

Eularia. Io non so d’avervi dato alcun dispiacere. Se vado alle conversazioni, se ricevo visite, siete causa voi...

Roberto. Ecco qui; subito si mettono in discorso le visite, le conversazioni, come se io fossi geloso.

Eularia. Non dico che siate geloso, perchè non avete occasione di esserlo.

Roberto. Non ho occasione di esserlo?

Eularia. No certamente. In primo luogo, io non ho nè bellezza, nè grazia, per tirarmi dietro gli ammiratori.

Roberto. Per bacco! Anche una scimia con tante diavolerie d’intorno ha da fare innamorare per forza.

Eularia. Non mi pare di essere soverchiamente adornata.

Roberto. Io non dico di voi. So che voi quel che fate, lo fate per piacere a vostro marito. Dico di quelle che lo fanno per piacere agli altri.1

Eularia. Io non faccio2...

  1. Segue nell’ed. Pap.: A che serve la bocca ridente, gli occhi in giro, le barzellette graziose, quello stare avviticchiati, stretti, stretti, a sedere nelle conversazioni?
  2. Pap.: Io queste cose non le faccio.