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456 ATTO PRIMO

Beatrice. Non siete carne salata, siete carne secca.

Lelio. Ma lasciatemi dire.

Eleonora. Secca, arida, senza umido radicale.

Lelio. Poter del mondo...

Beatrice. Secca la persona, e secchissima la scarsella.

Lelio. Ma permettetemi...

Eleonora. Non ha altro di buono che un bel tuppè.

Lelio. Vorrei parlare...

Beatrice. E cosa dite di quel taglio di viso?

Lelio. Per carità...

Eleonora. È una cosa che fa crepare.

Lelio. (Oh maledette!) (da sè) Signore mie...

Beatrice. E quel taglio di vita?

Eleonora. E quel discorso gentile?

Lelio. Non posso più.

Beatrice. Che aria!

Eleonora. Che brio!

Beatrice. Che grazia!

Eleonora. Che disinvoltura!

Lelio. Il diavolo che vi porti. (parte)

Eleonora. Ah, ah, ah! Se n’è andato.

Beatrice. Impertinente! Dirci pazze con quattro zitta?

SCENA XV1.

Beppo e dette.

Beppo. Son qua; cossa me comandela?

Eleonora. In poche parole vi spiccio. Vi avviso per vostro bene, e poi pensateci voi. Sappiate che Checchina non è figlia di padron Toni. Ella è una figlia spuria, e non è degna di voi.

Beppo. Oimè! Cossa sentio? Chi mai gh’ha dito sta cossa?

Eleonora. Non cercate di più. Valetevi dell’avviso, e non vi state a precipitare. Amica, andiamo a rivedere del signor Lelio.

  1. Sc. XII nell’ed. Bett.