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454 ATTO PRIMO

Beatrice. Sempre più compito che mai.

Lelio. Vuol restar servita? (gli offre il tabacco con una scatola di legno)

Beatrice. Oh, quella non è scatola da par vostro.

Lelio. Questa? Perdonatemi. È orighella, legno indiano condito coll’olio del bene, che tiene fresco e umido il tabacco di Spagna.

Beatrice. Tabacco di Spagna? Sentiamo: oibò! Che roba è questa?

Lelio. Tabacco all’ultima moda. Favorisca. (ad Eleonora)

Eleonora. È molto secco.

Lelio. Credetemi, è perfetto. O caro! (ne prende)

Eleonora. Quanti anni ha questo tabacco?

Lelio. (Stranuta) Obbligatissimo alle loro grazie.

Beatrice. La vostra orighella lo tien poco fresco.

Lelio. (Stranuta) Non s’incomodino, è tabacco.

Eleonora. È buono. Fa stranutare.

Lelio. Scarica. Per me, che studio assai, è perfettissimo.

Beatrice. Studia molto vossignoria?

Lelio. Giorno e notte. Con permissione. (cava uno straccio di mozzichino pulito, ma rotto, e si volta a soffiarsi)

Eleonora. (Ah! Che bei mobili!) (a Beatrice)

Beatrice. (Povero spiantato!) (ad Eleonora)

Lelio. Sono stato alla fiera, ed ho provveduto dei bellissimi fazzoletti.

Beatrice. Doveva provvedere anco dei guanti.

Lelio. Eh, vi dirò: ho tagliate le dita, perchè m’incomodavano a scrivere.

Beatrice. Ah, vossignoria scrive coi guanti bianchi.

Lelio. Oh sempre, sempre! Mi piace la pulizia.

Beatrice. Ma questi non sono bianchi, sono sporchi.

Lelio. Sono un poco gialli, per ragione dei manichetti.

Eleonora. È vero. Anche i manichetti gridano: non mi toccate.

Lelio. Sono alla moda.

Eleonora. Alla moda i manichetti sporchi?

Lelio. Sì signora. Sappiate che a Parigi si tingono di giallo i manichettî di pizzo, acciò compariscano sempre nuovi.

Eleonora. È una bellissima pulizia.

Beatrice. E una cosa simile a quella delle calze color di mosto.