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452 ATTO PRIMO


culìa, el m’ha lassa... Se el savesse chi la xe, poderia esser che el me tornasse a voler ben.

Beatrice. Volete ch’io gliene parli?

Anzoletta. Oh no, cara lustrissima; no vôi che femo pettegolezzi. Cara ela, no la diga gnente a nissun.

Beatrice. Io non parlo.

Anzoletta. Se la me dà licenza, vago a laorar.

Beatrice. Andate, accomodatevi come volete.

Anzoletta. Bondì a vussustrissima... (Magaria che Beppo me volesse; ma Checca me l’ha robà). (da sè, parte)

Beatrice. Costei è una buona ragazza, e ha un buon mestier nelle mani...

SCENA XII1.

Eleonora e Beatrice.

Eleonora. Amica, posso venire?

Beatrice. Mi fate piacere.

Eleonora. Cosa dite di quelle femmine impertinenti di questa mattina?

Beatrice. Cosa volete ch’io dica? Sono insolentissime.

Eleonora. Mi dispiace per quella buona ragazza di Checca, e per quel buon uomo di suo padre.

Beatrice. Ehi! Non sapete? Checca non è figlia di padron Toni.

Eleonora. No?

Beatrice. No certamente.

Eleonora. Chi ve l’ha detto?

Beatrice. Lo so di certo.

Eleonora. E di chi è figlia?

Beatrice. Lo sa il cielo.

Eleonora. E Beppo vuol fare un così bel matrimonio?

Beatrice. Povero giovine! è tradito. Non sa nulla.

  1. Dio volesse.
  1. Sc. IX nell’ed. Belt.