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decorare le Opere mie col nome grande di V. E., e che nell’atto di rendere palese al mondo l’onore ch’Ella della protezione sua benignamente mi accorda, vengo ad acquistare moltissimo nel concetto e nell’estimazione degli uomini, ma vorrei nel tempo medesimo, offerendole cosa che dispiacere non le potesse, mostrarle anche in questo la mia attenzione.

Se esamino spassionatamente quest’Opera mia, trovomi di essa internamente contento, e fra quelle da me prodotte, che tutte pur troppo sono difettosissime, parmi in questa non essermi allontanato poi tanto dai precetti della vera Commedia, e dagli esemplari de’ buoni Autori. La semplicità dello stile, siccome è propria delle persone da me introdotte, e adattatissima all’argomento che mi ho prefìsso, parmi non avvilisca l’Opera, ma vaglia anzi a renderla più verisimile. Il personaggio protagonista è Checchina, ed è lavorato appunto sull’immagine degli antichi, cioè di una figliuola incognita, il di cui scoprimento forma l’azion principale, servendo gli episodi ora a sollecitarlo ed ora a confonderlo; e siccome ciò accade continuamente per ragione di ciarle donnesche, che in lingua nostra diconsi volgarmente Pettegolezzi, così ho creduto bene d’intitolarla, coll’esempio de’ primi Autori. La Commedia è breve; però non manca della sua integrità. Si sovverrà l’E. V. averla io fatta in quell’anno, per me memorabile, in cui mi è riuscito di farne sedici. Questa fu l’ultima, e doveva essere la più infelice, perchè prodotta da mente stanca; ma per dir vero, fu dall’universale con estraordinario giubilo ricevuta, e so che V. E. ancora l’ha della sua approvazione degnata. Ecco dunque perchè a Lei la dedico precisamente. Dubiterei gradita non fosse da chi meno le leggi sapesse della Commedia, ma Ella che più d’ogn altro le sa e le conosce, la riceverà di buon animo sotto la protezione sua, e col di lei illustre Nome la renderà pregevole presso di quelli ancora che meno intendono.

Non parlerò io qui, dove pare mi si apra il campo di farlo, non parlerò io della nobiltà del sangue antichissimo di V. E. La famiglia de Zorzi, o sia Giorgi, è nota bastantemente fra le principali della Repubblica Serenissima, e vanta i fregj tutti de’